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Un po' di storia: le origini dell'emigrazione veneta nel sud del Brasile

Tra gli anni venti e la metà del 1800 si verificarono dei conflitti territoriali (l'ultimo fra questi fu la cosiddetta Guerra della Triplice Alleanza) tra gli stati di Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay.

Dopo questi fatti bellici l'allora imperatore brasiliano Pedro II di Braganza decise di promuovere un popolamento delle sconfinate terre del sud per migliorare la difesa dei territori di confine in caso di nuovi attacchi.

Servivano persone che si radicassero sul territorio coltivando la terra e rispettando i pilastri fondamentali dell'Impero brasiliano, tra cui essere appunto agricoltori e di confessione cattolica. Per alcuni aspetti questa iniziativa di Pedro II assomigliò alla "riforma dei Temi", degli imperatori bizantini Eraclio e Costante II, d'epoca medievale attuata per popolare con contadini-soldati le terre anatoliche soggette all'invasione Persiana.

A tal proposito vennero inviati in Europa dei "banditori" per reclutare mano d'opera per le "colonie" d'oltre Oceano.

All'appello in Italia risposero in massa proprio i nostri "veci", i contadini veneti del 1870 ed anni seguenti, trovatisi in estrema difficoltà per carestie e mancanza di terra per tutti a causa di un precedente boom demografico.

L'incontro tra domanda ed offerta di lavoro avvenne ed iniziò l'epopea veneta nel sud del Brasile con la conseguente trasmissione di lingua e tradizioni alle generazioni successive nate su suolo verde oro.



L'imperatore del Brasile Pedro II nel 1875, epoca dell'inizio della grande migrazione veneta nel sud del paese tropicale.

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